Ormai in tutto il mondo delle arti marziali si parla di Mc Dojo.
Che cos’è un Mc Dojo, e come stanno lavorando i Mc Dojo in Italia?
Ecco i segreti per salvaguardare la vostra autentica pratica marziale.
Un Mc Dojo è una scuola dove si pratica un’arte marziale all’acqua di rose, in nome del profitto o per soddisfare l’ego smisurato di certi insegnanti, o entrambi.
Quali sono i segni inconfondibili che contraddistinguono gli Italin Mc Dojo?
1
La fabbrica di cinture
C’era un tempo in cui essere una cintura nera aveva un senso.
Oggi esistono cinture nere bambini , quindicenni cinture nere, diciassettenni secondi DAN, venticinquenni quarti DAN Maestri.
C’era un tempo in cui ottenere una cintura nera significava aver lavorato duramente, una cintura nera simboleggiava la maturità fisica ed intellettuale.
Nei Mc Dojo si può conseguire una cintura nera in uno o due anni (non c’è uno standard) , si diventa facilmente allenatori e istruttori, molto spesso le cinture nere sostituiscono il maestro nelle lezioni.
Quello che è peggio, è che alcune avide organizzazioni nazionali sostengono questo commercio, con commissioni ed esami annacquati.
Il loro scopo è ramificare la pratica del karate tramite una miriade di cinture nere – istruttori, che a loro volta ed in poco tempo formeranno altre cinture nere, ma così facendo hanno tolto ogni onore al grado, chi non ne ha una a casa? Ci sono cani cinture nere, obesi cinture nere, genitori che si trasformano in istruttori cinture nere….
E come avviene tutto questo?
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Pagando!
2
Il nome della tua scuola è il nome del maestro.
Benvenuti alla “ XXXXXXXXXXX Karate! “
Esattamente come il signor Donald ha dato il suo nome all’omonima catena di fast food, alcune scuole hanno dato alla palestra il nome dell’insegnante.
Questo in Italia potrebbe essere un problema, in quanto le associazioni sportive dilettantistiche sono di proprietà dei soci, e non dei maestri, e dare il proprio nome all’associazione non rende facile dimostrare la democraticità dell’associazione stessa.
Nonostante ciò, alcune scuole, stanno adottando indisturbate questa pratica.
Fino al giorno in cui la guardia di finanza non deciderà di fare un casino.
Ma tralasciamo per un attimo le questioni legali.
In Italia esistono 2 o 3 Maestri che per la loro storia, le loro origini, e l’influenza che il loro karate ha avuto nel karate di tutto il mondo, avrebbero potuto permettersi di chiamare la propria scuola con il nome di famiglia.
Ma nessuno lo ha fatto, perché a loro non interessa creare una catena di scuole, o un marchio di fabbrica, a loro interessa solo la diffusione della conoscenza del karate. Un vero Sensei è concentrato su quello, e non gli passa neanche lontanamente per la testa l’idea di creare una così forte e personale rappresentazione di sé. Il vero Sensei è concentrato sulla qualità del suo karate, e su di te.
3
Adulti che fanno cose da bambini.
Bambini che fanno cose ( o una vita ) da adulti.
Questo male è largamente diffuso negli Italian Mc Dojo’s.
Esistono cinture nere che non hanno mai combattuto, o che non hanno mai praticato karate a contatto pieno. Hanno studiato i kata, poche applicazioni, e non hanno mai lottato in vita loro.
Molti di essi ritengono che i kata ed i kihon siano indispensabili per imparare a combattere.
Al contrario, esistono scuole che hanno fatto dell’agonismo dei bambini il loro cavallo di battaglia ed il loro manifesto pubblicitario.
Esistono bambini che passano l’intera vita extrascolastica in palestra, cercando di essere al TOP per le competizioni ( i cui genitori sborseranno $$ P.I.L. $$ per trasferte e iscrizioni ), bambini il cui unico interesse e le amicizie fanno parte del mondo del karate, bambini che rinunciano ad una vita, alle relazioni sociali, bambini che vengono sgridati se perdono, o vengono osannati se vincono.
Certo, son bambini che si impegnano, si, ma per qualcosa che finirà per disgustarli come si deve, in quanto… bambini!
E’ il sapore di una medaglia, bellissimo, effimero, e che dura un istante. Subito pronti per un nuovo progetto. Ma non per un bambino…
Bambini CAMPIONCINI, bambini perduti.
Questo è l’aspetto degli Italian Mc Dojo che odio di più.
4
In ogni Mc Dojo ci sono almeno un paio di campioni mondiali ed europei.
Di titoli Italiani a bizzeffe.
E’ indiscutibile, la politica delle federazioni mondiali di karate è incredibilmente frammentata.
Le tipologie di regolamento sportivo sono svariate:
karate sportivo
karate tradizionale
karate a contatto pieno
Il Comitato internazionale olimpico ha riconosciuto nella WKF la federazione di riferimento per il karate, ma la WKF, inseguendo la via della politica, si è allontanata dal karate sportivo originario, oltretutto fallendo miseramente il tentativo di far riconoscere il karate come sport olimpico. ( Anche se a tutt’oggi risulta ancora l’unica federazione riconosciuta dal CIO )
Sembra che stia nascendo una nuova organizzazione ( UWK ) che potrebbe dare una speranza al karate reale. Un’organizzazione che racchiude in se l’80% dei praticanti del karate mondiale, nata dall’unione super partes di svariate sigle, ormai divise da più di sei lustri.
Fino ad oggi però, esistevano una miriade di organizzazioni dove praticare un buon karate, o piuttosto, una miriade di organizzazioni, dove in alcune categorie di peso e di età si poteva vincere un campionato mondiale con 4, si, sto scrivendo Q U A T T R O, atleti partecipanti.
Se fai parte di in un Italian Mc Dojo, più di un tuo compagno ha vinto un campionato mondiale come questo, ed è stato premiato, fotografato, con relativo articolo sul giornale locale per questo ( e relativo rientro pubblicitario per l’Italian Mc Dojo ).
Anche in questo caso, simili personaggi – complici gli avidi dirigenti federali – hanno tolto ogni onore a l’essere un campione di karate.
Tutti sono campioni, nessuno è campione.
Ovviamente esistono una marea di altri segnali che possono indicarti se ti trovi in un Mc Dojo, o meno, ma questi sono quelli che negli Italian Mc Dojo sono predominanti.
Uno solo di questi segnali probabilmente non fa del tuo dojo un Mc Dojo, ma se riconosci tutte e quattro queste caratteristiche…. è arrivata l’ora di fare casino.
Con affetto.
Maruco San
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